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* Potenti della terra e scartati, tutti con Francesco in un abbraccio di fraternità

 

 

Papa Francesco

 

Nel giorno del saluto a Papa Francesco, tante persone, nella loro diversità, hanno fatto un’esperienza di unità nel sogno comune di un mondo migliore.

Paolo Ruffini:

Tutti. C’erano davvero tutti oggi a Piazza San Pietro. Così piena di persone che non ce ne entrava più nessun’altra. E poi in via della Conciliazione, nelle vie intorno, e lungo il tragitto verso Santa Maria Maggiore. C’erano tutti, tutti, tutti. Come ha ripetuto così tante volte Papa Francesco dalla Giornata mondiale della Gioventù al suo ultimo saluto nel giorno della Resurrezione del Signore: “Buona Pasqua a tutti”.
C’erano vecchi e bambini, anche di pochi mesi, portati dai genitori per essere anche loro testimoni con le loro giovanissime vite di un momento speciale. E c’erano (non tanto più grandi in fondo) gli adolescenti, tanti, tantissimi; come chiamati da una regìa che li e ci trascende a prendere il testimone delle fede da un Papa che ha saputo parlare il loro linguaggio, e sfidarli a credere, a sperare, a sognare, a dimostrare che è possibile vivere in pace, e costruire passo dopo passo un mondo migliore. Hanno visto coi loro occhi che la speranza, che li ha portati qui per il loro Giubileo, trascende la morte. C’erano sacerdoti, tantissimi, a concelebrare. Vescovi, cardinali, laici battezzati. Confermandosi l’un l’altro nella fede. C’erano i potenti della terra, i ricchi, e i poveri a salutare Francesco e a pensare a come sarà il futuro. C’erano anche non credenti, o credenti di altre religioni. Amici e anche nemici.


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 Salus Populi Romani, Papa Francesco nelle braccia della Madre

 

Papa Francesco, il testamento
Sulla morte, il Papa si è soffermato alcune volte: “Un po’ di paura – disse durante l’udienza generale del 24 agosto 2022 – perché questo passaggio non so cosa significa e passare quella porta dà un po’ di paura ma c’è sempre la mano del Signore che ti porta avanti e attraversata la porta c’è la festa”. Una festa prefigurata dall’icona della Vergine che, ferma sulla soglia della porta del cielo, ci lascia immaginare che accolga Francesco accompagnandolo “all’altra riva”.



Un intervento diretto della Madonna
Nel suo testamento del 29 giugno 2022, Papa Francesco chiese di essere sepolto “nel loculo della navata laterale tra la cappella Paolina (cappella della Salus Populi Romani) e la cappella Sforza della suddetta Basilica Papale”. Una tomba “nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”.


Papa Francesco

la tomba di Papa Francesco


Il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica di Santa Maria Maggiore, durante un’intervista al Corriere della Sera ha svelato di aver suggerito al Papa di essere sepolto non a San Pietro come di consueto per i pontefici, ma nel luogo a lui così caro, dove è venuto a raccogliersi in preghiera tante volte, prima da sacerdote, poi da cardinale e infine, per 126 volte, da Papa. Anche quando è stato dimesso dal Gemelli, il 23 marzo scorso, suo desiderio è stato passare dalla basilica dove si è fermato all'esterno, in auto, e ha lasciato un mazzo di fiori da porre ai piedi dell’icona mariana. Dopo alcuni giorni di tre anni fa, racconta ancora il cardinale, il Papa lo chiamò: "La Madonna mi ha detto di preparare la tomba". E ancora riferisce le parole di Francesco in quella circostanza: "Sono felice che la Madonna non si è dimenticata di me. Cerca il posto dove può essere la mia tomba perché voglio essere sepolto qui". “È stata una cosa un po' particolare - ha commentato il cardinale Makrickas - Direi un intervento diretto della Madonna”.


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RIFLESSIONE

Dio ce la dà, Dio ce la toglie.
La morte di Papa Francesco ci ha sorpresi in un momento in cui cominciavamo tutti a sperare con maggiore forza che si riprendesse dopo la lunga malattia delle ultime settimane. Era apparso il giorno prima, a Pasqua, ai fedeli radunati a piazza S. Pietro. Certamente appariva affaticato, ma il fatto stesso che fosse lì, a testimoniare la bellezza della fede, sgomberava la mente dai tristi pensieri.
Personalmente ho un'idea della morte che non è associata al dolore e alla tristezza, ma invece alla gioia e all'allegria. La morte è il momento più bello per noi credenti. E' il momento in cui incontriamo Dio, quel Dio che è padre misericordioso, che vedendoci arrivare da lontano ci viene incontro e ci accoglie con un abbraccio che da solo ci colma di serenità e tranquillità. Quell'abbraccio che mi piace immaginare Dio abbia dato a Francesco con immenso amore e nel quale Francesco si è abbandonato. Che bello!!! Tutto questo mi infonde tanta gioia che mi fa sorridere di felicità al suo solo pensiero . E con questa immagine nel cuore innalzo le mie lodi e il mio ringraziamento a Dio per averci concesso di vivere e anche di morire: vivere perché altrimenti non saremmo esistiti e di morire perché dopo aver vissuto abbiamo in regalo la possibilità di vederLo e stare per sempre con Lui.
Bruno Berardi

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