Alla ricerca della
Genitorialità

ll percorso tracciato dal programma pastorale diocesano legato alle esperienze vissute nel Convegno diocesano di guigno, ma che trova forti impulsi anche nei precedenti due Convegni e nei programmi che da essi sono derivati, vede ripetutamente evidenziato il tema del ruolo del genitore e, diciamolo, anche e di più, il ruolo del padre e della madre.
Da sempre si è sentito dire che la professione di genitore è una delle più difficili, forse la più impegnativa, e che deve essere sempre in parte reinventata in relazione all’evoluzione dell’uomo e dei tempi. Più che mai si afferma che si rendono necessari al riguardo nuovi riferimenti di aiuto, di formazione di sostegno.
Cose giustissime. Ma c’è sicuramente anche una essenzialità in questo ruolo che è sempre esistita e che si è vieppiù nascosta, spenta soprattutto in queste nostre ultime generazioni.
Una domanda forte che viene da porsi è questa: “Che cosa ne sarebbe stato, se la Famiglia di Nazareth fosse vissuta nei nostri giorni?”
La considerazione ulteriore ed altrettanto pregnante che ne può derivare è se per noi cristiani quella famiglia possa costituire ancora un modello o se sia fuori dai tempi.
L’essenzialità non è forse presente proprio lì, in quella famiglia, con un patrimonio di ricchezza che molte nostre famiglie nel passato hanno saputo leggere e vivere molto meglio di quanto sappiamo noi fare oggi?
Abbiamo sentito e sentiamo sempre più frequentemente dire che è fondamentale trovare modi per offrire ai genitori spazi per ascoltarsi, per condividere le esperienze, per ritrovare fiducia nella constatazione delle comunanza di problemi e che occorre trovare modi per rafforzare l’autonomia e la competenza dei genitori per reggere i confronti con il contesto che si pone sempre più velocemente nuovo, più increspato, più ruvido, più impoverito, più condizionato dal decadimento di valori essenziali.
E’ indubbiamente giusto e diremo anche indispensabile, creare opportunità di informazione, di sensibilizzazione, di approfondimento, di arricchimento, di formazione per i formatori.
Ma davanti a tutto ciò non riteniamo che vada posta la necessità di ricercare di riscoprire, di rileggere, di rivivere quella essenzialità senza la quale ogni cammino diventa veramente difficile e con risultati che, apparentemente anche positivi, nascondono la mancanza del fondarnentamento sulla roccia?
Determinante essenza dell’essere genitori e di svolgere il ruolo che da questo ne deriva, è essere capaci di vivere integralmente la finzione di padre e di madre operando congiuntamente nella convinzione che “il ruolo paterno e il ruolo materno, lo spirito di paternità e quello di maternità, sono egualmente e parimenti necessari nella conduzione dei figli”.
All’origine di tutto ciò secondo S. Paolo (Ef 3,14-15) si pone la Paternità divina che costituisce il modello originario di ogni paternità e maternità nel cosmo, specialmente nella maternità e paternità umana.
Secondo Giovarmi Paolo II (Lettera alle Famiglie) “E’ il Vangelo dell’Amore l’inesorabile sorgente di tutto ciò che nutre la famiglia e nell’amore trova senso definitivo l’intero processo educativo, frutto della reciproca donazione dei genitori. Mediante le fatiche, le sofferenze e le delusioni, che accompagnano l’educazione della persona, l’amore non cessa di essere sottoposto ad una continua verifica. Per superare questo esame occorre una sorgente di forza spirituale che si trova solo in Colui che “amò sino alla fine” (Gv 13,1).
Ecco dunque la fondamentale essenza che ci viene insegnata e fortemente testimoniata proprio dai genitori di Nazareth dove la diversità, la complementarietà e la integrazione del ruolo di padre e di madre sovrastate dall’amore, dal dono sincero, sono una quotidianità.
L’educare - sempre secondo Giovanni Paolo II - non può prescindere da due verità fondamentali:la prima è che l’uomo è chiamato a vivere nella verità e nell’amore e la seconda che ogni uomo si realizza attraverso il dono sincero di sè. E ancora: l’educazione è una comunicazione vitale ...che non solo costituisce un rapporto profondo tra educatore ed educando ma li fà partecipi entrambi alla verità e all’amore.
Da questa essenza ne consegue che i genitori, liberati dall’ansia di non essere all’altezza del loro compito, vengono chiamati a tessere un rapporto basato sul mistero, sulla fiducia e umiltà. Un rapporto in cui amore e verità si abbracciano, in cui la libertà si edifica nella responsabilità e cosi operando introducono i propri figli nell’esistenza “diventando attori di un gesto religioso che rende i genitori stessi cooperatori della creazione di una personalità.”
Questo operare non è spesso facile e può incontrare situazioni di insuccesso di sconforto, può incontrare momenti di rifiuto dei figli, può essere ostacolato dall’ambiente esterno, da condizionamenti culturali e sociali, ma sicuramente è la più bella avventura dell’essere genitori e il punto più alto della paternità e della maternità.
Necessita cercare la verità della propria esistenza per avere qualcosa di vero da comunicare, poiché più che con tante raccomandazioni e prediche, spesso poco ascoltate, i genitori educano comunicando il sentimento della esistenza che vivono, “testimoniando la promessa che da senso alla loro vita”.
Può educare solo chi apprezza l’esistenza, chi vede positivamente il cammino della vita, chi si sente di appartenere ad un divenire nella sostanza buono, chi nella sostanza vive della speranza e accetta i tempi e la fatica che necessitano per fare crescere un figlio sino all’età adulta.
Chi vive privo di certezze non può educare. Solo chi si radica in certezze vissute può comunicare qualcosa ai figli... e le certezze vengono dal Vangelo dell’Amore.
L’Associazione Famiglie Insieme ha pensato di iniziare a percorrere, con le proprie famiglie associate e con tutte le famiglie che vorranno affiancarsi, un cammino di presa di coscienza di ricerca di questo essenziale, di analisi della distinzione del ruolo paterno e materno, oggi molto confuse, su cui torneremo su queste pagine.
I temi sono moltissimi: genitori ed educazione alla fede, genitori e vocazione dei figli, genitori ed educazione alla sessualità, genitori ed educazione alla preghiera, genitori ed esercizio dell’autorità, presenza dei genitori nella scuola, genitori testimoni di una corretta visione del lavoro, genitori educatori nell’uso dei mass media, azione congiunta dei genitori nell’educare. Sono parte degli argomenti che si possono affrontare. Si vorrà farlo con metodo e gradualità cercando di fornire un’importante opportunità alle famiglie romane per trovare nuovi riferimenti ma soprattutto per ricercare insieme quella essenza dell’educare che si è smarrita e che solo attraverso una ricerca ed un cammino anche e soprattutto spirituale, sostenuto dalla preghiera, si può sperare di ritrovare.

  Franco Astolfi
Membro del Direttivo Associazione Famiglie Insieme

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